Archivi del mese: agosto 2019

Sotto questo sole è bello cazzeggiare…

giornata-al-mareParto con una chiara ed essenziale premessa: queste parole che scrivo sono chiacchiera da bar, fantasie, riflessioni personali fatte solo il sole di agosto e come tali devono trovare il tempo che trovano.
Tema dell’argomento: premiazioni.
Situazione: negli ultimi 3 anni la squadra ligure degli Scat Genova è salita sul podio 3 volte e per tre volte non si è presentata a ritirare i premi senza delegare nessuno.
Idem hanno fatto gli hitter che sono andati a premi e la stessa cosa hanno fatto per le convocazioni al raduno all star game.
Fin qui una cosa legittima e comprensibile. Basti pensare la distanza che c’è fra Torino e Genova (circa 2 ore di viaggio in macchina) ed esserci, anche sono con una delegazione, è si un costo che un sacrificio.
La loro assenza ha causato comunque un buco nella premiazione sentito (anche se comprensibile) che la FIHB non è mai riuscito a coprire in maniera brillante concordando con l’associazione la presenza, in rappresntanza, di una guest star esempio l’inventore del gioco, il bomber di tutti i tempi, l’hitter torinese che ha fatto sbarcare la disciplina in quel di Genova… tutti con un messaggio dell’associazione che ringrazia.
Una mancanza di stile che non è imputabile né ai liguri né alla FIHB in quanto semplicemente a certe cose non ci pensano sia perché non sono tenuti a pensarici (i primi) e sia perché tale sensibilità non fa parte del loro carattere.
Su questo fatto escono fuori comunque due chiacchiere da bar legate a questi due quesiti:
1) è giusto premiare i balilla ad esempio come migliori giocatori?
2) Ma se vincessero lo scudetto e vengono a ritirare il premio che si fa? Si resta ad applaudirli o si va via?
Quesito 1
Nell’hit ball esistono dei premi oggettivi e dei premi soggettivi.
Quelli oggettivi, posizione in campionato e classifica marcatori, non possono di certo essere non assegnati a chi effettivamente se li merita.
Sono premi stabiliti da chiari successi statistici e quindi il miglior marcatore della serie non può essere assegnato al secondo o al decimo perché il primo non ci può/vuol essere a ritirare il premio e solo per evitare un eventuale buco alle premiazioni.
Premi invece soggettivi, cioè non maturati da una classifica statistica, invece possono tranquillamente essere assegnati anche guardando l’aspetto presenza alle premiazioni.
In fondo dire che l’hitter X è il più forte giocatore a detta della commissione taldetali, che nessuno sa né come valuta né chi valuta; è come dire che Y è il più forte a detta degli avventori dei peggiori bar di borgata Parella che votano ubriachi e eccitati da endovena di caffè corretti .
Entrambe le assegnazioni hanno delle basi personali, discutibilissime in quanto non si basano su statistiche alla mano ma su pareri personali e soggettivi.
Idem è il discorso per la convocazione allo All star game, dove dire che tizio è più spettacolare si sempronio a detta di una commissione di “esperti”, che magari sono lì non per guardare la partita nello specifico ma per arbitrare, ha la stessa valenza del fatto che io sono il più bel ragazzo del Piemonte a detta delle amiche della mia mamma.
Quindi quanto ha senso avere un buco? Quanto ha senso premiare chi già so che non c’è? Quanto ha senso premiare chi so che c’è?
La bilancia in realtà è soggettiva e non oggettiva e quindi è una mera discussione filosofica che non porta ad una sostanziale giustizia perché il contendere è iniquo in se.
Quindi tutto è giusto e tutto è sbagliato allo stesso modo del dire che Tizio è più forte di Sempronio in quanto la presenza è solo un criterio in più di quello che normalmente di valuta deve mettere sul piatto per il vincitore.
Quesito 2
In genere la premiazione dello scudetto è la premiazione più triste perché non c’è più nessuno a guardare il tuo successo.
Paradossalmente è più appagante arrivare terzo in un campionato juniores o femminile, perché c’è gente che ti guarda visto che sono i primi ad essere premiati, che vincere un play off scudetto dove l’ambiente è ormai vuoto e ci sono solo gli stoici della disciplina.
Certo che spostare il piatto forte (lo scudetto) come prima portata è come fare il taglio della torta in un matrimonio prima del buffet.
Impossibile ed improponibile. Certo che magari fare una torta per festeggiare i presenti potrebbe essere un ottimo incentivo a rimanere, nei matrimoni si resta fino al dolce perché lo si mangia.
Ma, mettiamo alcuni casi: la gente c’è, lo scudetto lo vince Genova e loro ci sono per ritirare il premio… cosa deve fare il pubblico?
Già perché il dilemma è: è giusto festeggiare i campioni d’Italia, soprattutto perché potrebbero essere i primi non torinesi; oppure bisogna assentarsi visto che come si sono presentati per ritirare questo titolo potevano presentarsi anche per gli altri?
Il problema filosofico è di pura lana caprina in quanto, come già detto, chi vince ha tutti gli applausi dei soli riducibili dell’hit ball che festeggiano a prescindere da chi arriva primo e che quindi non si pongono nemmeno il problema (forse a ragione); ma in un mondo perfetto come la dovrebbe prendere chi per anni ha visto snobbate le premiazioni ed oggi eccoli a ricevere i meritati allori?
Già perché chi vince gli scudetti, i vari Violetto-Guzzafame-Dolfin-Refrancone, possono capire la scelta di non mancare a questa importante prima visto che è lo scudetto e non un campionato minore; ma i manovali della disciplina, quelli che in A1 non ci giocheranno manco a morire dove per loro lo scudetto è il campionato in cui giocano, come possono prendere questa presenza dopo le assenze precedenti di campionati vinti a mani basse?
Personalmente credo che non gli e ne può fregare di meno. Nemmeno si pongono il problema uno perché la filosofia dell’hitter è “il problema me lo pongo solo quando capita”; due tanto faccio come ho sempre fatto e vado al mc il via Monginevro a festeggiare come capita ogni fine anno; tre … non trovo un 3.
Come detto in precedenza sono tutte chiacchiera da bar fine a loro stesse.
Finchè le premiazioni non si fanno effettivamente sul campo ma in una festa chi arriva per ultimo difficilmente ha pubblico, e anche sul campo non è detto che ci sia pubblico sia perché se si vince all’Enaip di Grugliasco il pubblico è come i cani, non piò entrare; sia perché chi di pubblico alle partite di hit ball è veramente scarno .
I momenti morti causati dai genovesi ci sono e ci saranno per X comprensibili motivi ed è anche logico che ci siano; sta alla FIHB ed ora UISP trovare una risoluzione per evitare questi momenti.
Finchè nessuno ci pensa va tutto comunque tutto bene perché in fondo si è lì per ricevere solo il proprio premio.
Lo spirito associativo dove tutti si è presenti perché il premio di una squadra è quello di una associazione, di un gruppo lo si vede in pochissime realtà… forse nessuna.
Fare gruppo fra i grandi e i piccoli è quasi impensabile.
Non mi vedo un Violetto allenarsi con un ragazzo della juniores se non è costretto da coatte circostanze.
Non è performante per lui anche se aiuterebbe il ragazzo a conoscere l’uomo dietro il mito e a vedere dal campo l’esempio da seguire.
Allenamenti insieme creerebbero lo spirito di associazione ma quando si è in tanti è anche difficile organizzarli.
Certo si possono organizzare altri momenti come fare due mangiate all’anno (natale e fine stagione) tutti insieme; fare un torneo a squadre miste con lo spirito unico e semplice di giocare in maniera ludica; quella voglia di conoscersi…
Vedo che questo aspetto manca ancora nell’hit ball … ma forse è giusto così, in fondo molte associazioni non sono altro che ditte nascoste, altre non hanno uno spirito associativo perché non l’hanno mai vissuto, altre non si sanno organizzare o non ne hanno voglia…
… forse è giusto così.


Diffusione: tchoukball 1 – hit ball 0

wow_festival_a_MalpensafierLa stagione sportiva è alle porte e vorrei aprire una gara, nell’arco di questo periodo, improntata sulla diffusione di due discipline che amo, che ho spesso paragonato: Hit ball vs Tchoukball.
Una gara che naturalmente non conta tutta la diffusione che queste realtà faranno ma solo quelle avute tramite i propri enti UISP per l’hit ball e CSI per il tchoukball.
E anche qui voglio fare un’altra specifica, in fondo ogni campionato hit ball o csi è un evento di diffusione tutto sommato fatto tramite proprio ente; questo evento essere prima di tutto improntato non verso i propri tesserati ma verso gli altri, ma deve anche ospitare altri sport in questo modo non si contano eventi di diffusione come il Rimini tchoukball Festival o iniziativa fatte solo in proprio, tipo il progetto Hitalia o il MiVa il Tchoukball.
Un confronto fatto fra due enti che seguo, ma che hanno gli stessi numeri, che da poco sono entrati in un ente di promozione sportiva, che hanno gli stessi numeri ma che vivono la diffusione diversamente e che sono distribuiti anche in maniera differente.
Questa gara potrà sicuramente aiutare a leggere fra le righe; capire quanto questi enti possono essere d’aiuto a due sport che hanno aderito alla loro idea sportiva ; vedere quanto queste realtà che hanno bisogno di eventi nazionali per farsi conoscere riescono ad utilizzare gli spazi che queste realtà mettono a dispozione.
Quanto l’aspetto della diffusione ha influenzato il passaggio ad un ente piuttosto che ad un altro?
A livello politico entrambi gli enti hanno conservato la loro indipendenza sotto ogni aspetto, partendo da quello del bilancio ed all’organizzazione del bilancio.
Fatta la premessa ecco quindi il primo punto per il tchoukball che dal 27 al 29 settembre 2019 sarà al Centro espositivo polifunzionale Malpensa Fiere di Busto Arsizio, che farà da cornice al Wow Festival, la prima edizione della kermesse CSI dedicata alle discipline sportive emergenti: https://www.csi-net.it/index.php?action=pspagina&idPSPagina=3867
Gli sport che ne fanno parte sono tutti elencati in questo link elenco: http://www.csi-net.it/index.php?action=pspagina&idPSPagina=4211&fbclid=IwAR0N7vxDXYYP_T7Gnc-uZGPpFZ4s-9COATcJRluv3XtstL4gA8HhJbCzT2Y
Naturalmente questo primo punto conta ma non vuol dire nulla di che.
Infondo siamo ad inizio stagione e questa entra nel vivo più verso il finale.
Di sicuro sarà interessante vedere se l’ente scelto dall’Hit ball sarà una vetrina per farlo conoscere o solo un mero cappello dove stare per tenere in sella lo sport (ma questo si poteva fare sotto qualsiasi altro ente), e per tenere ancora al comando i volti che oggi ci sono e che hanno fatto il passaggio alla realtà UISP senza chiedere il permesso a nessun consiglio dei soci…


I presidenti FIHB

Osso-Mastrosso-e-CarcagnossoLa federazione italiana hit ball sta vivendo i suoi ultimi giorni di vita visto che l’ingresso alla UISP porterà alla inutilità di questa associazione che ha portato avanti il movimento dagli inizi fino ad ora (nel bene e nel male).
Sembra che il passaggio di testimone in pratica non cambierà nulla ma non è così.
La dirigenza, ad esempio, non sarà più eletta, in quei pochi scampoli di democrazia di questa realtà, dai soci, cioè da chi finora ha giocato ad hit ball, ma lo sarà dagli organi UISP portando quindi ad una possibile cristallizzazione dei dirigenti al momento al comando ed ad una frenata alle idee.
Un’arma a doppio taglio per loro che potranno essere rimossi se ci saranno cambiamenti politici elle gerarchie UISP ed una maggiore pressione visto che sciocchezze non potranno più essere fatte.
Ma chi ha finora diretto l’hit ball?
Lasciando perdere le eminenze grigie come Antonello Giordano o quelle grigiastre come Giacomo Cattellani e Daniele Botosso che hanno fatto spesso il lavoro sporco, cioè quello più sostanziale; i veri “capi” di questo movimento sono stati 3: Silvio Benati, Luigi Gigante ed Enrico Rolando.
In pratica i tre presidenti che si sono susseguiti finora dalla nasciata di questo movimento, correva 1990 o giù di lì.
In comune queste 3 figure hanno sicuramente avuto il non rispetto dello statuto dell’associazione, che in molti dubitano che l’abbiano mai letto anche se uno è il firmatario e l’altro era fuori dalla porta del notaio; non si ricordano a memoria d’uomo bilanci approvati, con vuoti economici che non hanno mai portato a salvagenti finanziari ma anzi a dubbi di sperpero( o peggio); non sono stati in grado di formare una classe dirigente consona dei meccanismi dell’associazione, nonostante tutti amano definirsi professionisti dello sport; e non sono stati in grado di coinvolgere al 100% i tesserati, sempre più fruenti di un servizio che parte di un movimento.
Eppure tutti e tre sono riusciti a creare e mandare avanti un movimento locale fino ad ora che fa giocare circa, persona più o meno, 500 ragazzi; una istituzione a Torino, almeno, a livello scolastico dove almeno il 50% delle scuole gioca a questa disciplina.
A essere sincere il grosso della diffusione locale l’hanno fatta i padri fondatori Benati & Gigante che con Giordano hanno creato delle forti basi locali su cui poggia l’attuale movimento.
Basi che gli hanno permesso di avere fra le proprie frecce anche il Palahit, la struttura di gioco simbolo di questo sport che ha permesso importanti ingressi economici.
A Rolando, invece, va riconosciuto il merito di essere riuscito a tenere la baracca in piedi nonostante l’incuranza gestionale dei primi due presidenti e il terremoto causato dalla perdita del palahit e la frenesia di costruire subito un altro impianto apposito per questa disciplina.
Lui, vero uomo solo, in quanto non è riuscito a presentarsi (crearsi) con un team di collaborati, però è riuscito a tamponare la falla rimettendo la nave a navigare (a vista).
Tre presidenti e tre momenti storici diversi fatti di occasioni perse, contraddizioni, slanci e ripensamenti. Di sogni ed idee inespresse e altri che si concretizzavano.
silvio benatiAd esempio Silvio Benati (primo decennio anni ’90) è il presidente che non ha mai puntato ad entrare al CONI (cosa palesemente dichiarata in un consiglio federale) ma ha dato stabilità al movimento nel torinese.
Non ha mai puntato a portare l’hit ball a qualcosa di esterno tramite i media, non esistono foto d’archivio di gioco; ma va detto che fra i presidenti era quello che meno di tutti aveva la forza tecnologica che si avrà dal 2000 in poi.
È quello che ha portato l’hit ball a piè pari nelle scuole, persino all’università di Torino.
È quello che ha sicuramente meno colpe nel non aver creato una classe dirigente in quanto, tutto sommato, una classe dirigente c’era ai suoi tempi perché oltre alla triade c’erano altre importanti figure del movimento facenti capo ai movimenti studenteschi (professori di educazione fisica).
Una classe dirigente che è pian piano sparita, assorbita dal incombere del tempo e non rinnovata da Luigi Gigante (presidente dal 2000 al 2012 circa).
In lui c’è tutto il peccato di chi ha creato il gioco e ha trattato questo come una propria proprietà, non come un bene da condividere con gli altri
Per lui i più cinici hanno creato il motto: “padre-padrone, madre-matrona, cognato-cognatone”.
hqdefaultcUno che ha tanto peccato di cupidigia nei confronti della miniera di entrate che era il palahit; che di generosità nell’aiutare le realtà non torinesi che potevano dar risalto movimento.
Calcolo? Certo, ma mai ben ponderato perché investire i soldi in certi progetti dove il sugo costava più della carne era poco lungimirante.
Un dirigente che non è stato in grado di fidarsi degli altri se questi non gli dimostravano con concretezza piena soggettazione.
Questo ha portato a perdere più volte il treno, incerto certo, ma da prendere visto che si cercava ancora una chiara e propria identità come movimento.
Un uomo che non accettava le critiche, la considerava sempre attacchi personale; ma che in momenti di calma le esaminava e coglieva, ogni tanto, una scheggia di consiglio per migliorarsi… naturalmente facendole passare per proprie idee.
Un idealista che ha saputo andare contro i suoi ideali: memorabile il concetto espresso nel manifesto dell’hit ball dove si afferma il concetto morale che “è la palla che comanda” ma solo nelle scuole, in campionato no.
Una figura che sempre più si è trovata da sola, che non ha saputo coltivare il fermento associativo che c’era, andandolo a spegnere. In fondo l’ultima parola era la sua e nessuno aveva la voglia di lottare contro di lui. In fondo come un imperatore romano Augusto Gigante dava panem et circenses.
È con lui che si è vista la nascita del palahit e la sua concreta morte.
È scappato quando la barca è affondava per restarci aggrappato fino ad oggi, rendendo perciò inutile e alquanto discutibile il concetto di dimissioni per protesta contro una classe dirigente che è rimasta sempre uguale o che almeno nel corso del tempo ha snobbato ugualmente l’hit ball.
Rolando-Coach18-19-210x300Enrico Rolando (2012 circa ad oggi) verrà ricordato sicuramente come colui che ha salvato e chiuso la FIHB.
Arriva con buoni propositi che si scontrano con una realtà pigra, svogliata di mettersi in gioco, di darsi volontariamente al movimento con costanza; con bilanci allo sfascio e regole impossibili da cambiare in quanto oramai dogmi.
La perdita del palahit l’ha spinto a cercarne uno nuovo lasciando perdere altri aspetti importanti come la diffusione a carattere nazionale in un momento di fermento.
Invece di dimostrarsi presente si affacciava con timidezza e diffidenza in quanto temeva che questo movimento nazionale, nato come costola dell’hit ball torinese, potesse soppiantare nell’immagine la FIHB; soprattutto perché un nuovo palahit si è rivelata una chimera senza fondi da investire, associazioni serie filantropiche e sostegno pratico e non morale di enti pubblici a cui appoggiarsi
Un movimento italiano che nei fatti non è stato un’alternativa alla FIHB, che ha persino lasciato il testimone nelle sue mani in piena fase cadente.
Situazione che pesa sul curriculum dirigenziale di Ronaldo che non è stato in grado né di ripetere il miracolo né di coinvolgere i dirigenti extratorinesi fra le sue fila.
Una debacle che era scontata vista la mancanza di basi solide che movimento torinese c’erano mentre qui non ci sono.
Il non aver pensato all’Hitalia, o averla delegata a chi non è stato in grado di dare un progetto chiaro per costruirla ha fatto affossare senza appelli questa possibilità che comunque pesa sulla gestione FIHB coi suoi strascichi.
Ma la colpa non è stata in toto tutta sua, in quanto l’educazione dirigenziale avuta non è stata buona.
La sua forza è stata certo quella di lanciarsi, ma non ha capito che una certa politica gestionale ha portato allo sfacelo e che perseverarla non aiutava in alcun modo.
Puntare sull’amico personale, su chi la pensa solo come la si pensa o chi dice le stesse cose, mettere ai margini chi ha idee diverse non ha di certo aiutato il movimento a cogliere le giuste occasioni o a costruirne delle nuove.
Accentrare poi i poteri mettendo un solo uomo al comando non aiuta nel decentralizzare la mentalità, a dare spirito a chi si nasconde dietro ad un dito a dire presente, a volerci essere.
Una nuova classe dirigenziale che difficilmente uscirà fuori e difficilmente si formerà ora che c’è la uisp.
I rischi perciò possono essere dure:
Il primo è che la nuova generazione che verrà, se non troverà gli spazi, spaccherà il due il movimento magari creando un campionato CSI che vale quanto quello UISP in chiave d’immagine e di storia.
Il secondo il declino del movimento che con la mancanza di dirigenti, quando questi che già ci sono diranno addio o gli daranno il bel servito, non saprà come migliorare l’eredità avuta e non sapranno dirigere quella che già c’è.
Se non si guarda alla diffusione (che va vista a 360°) il tutto è destinato a collassare prima o poi.


A volti scopri che…

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In questi giorni stiamo mettendo mano agli archivi di colposucolpo1111 così da meglio catalogare i post finora fatti e fra le varie critiche poste alla FIHB, ne è uscita fuori una del 20 luglio 2017, che merita di essere ripresa in mano.
Il titolo del post è “ma come fanno i marinai…” e parlava della possibilità (perplessità) di vedere giocare delle gare del campionato federale il quel di Genova.
Bisogna ammettere, col senno di poi e dei fatti, che la FIHB è riuscita ad esportare il campionato anche sotto la lanterna e non solo la fase del campionato ma anche i play off che quest’anno, per la prima volta in assoluto da quando ci sono, non sono stati giocati in toto in quel di Torino.
Un successo che merita tanto di cappello anche perché le voci di corridoio (in quanto documenti ufficiali non escono dall’alba dei tempi oramai) fanno sapere che la realtà genovese non solo paga tutta la quota campionato (l’iscrizione) ma anche l’affitto del proprio impianto, il palanegronidurazzo, per ospitare questi eventi in quel di Genova.
Un gran successo economico questo portato a casa dal presidente Ronaldo e dal suo consiglio e collaboratori, perché il vecchio governo Gigante non era mica riuscito ad ottenere tanto dalle squadre extratorinesi.
In passato, per Asti, la FIHB si era svenata talmente tanto che non solo, come rimborso delle 18 trasferte che faceva durante una stagione, aveva sempre coperto la quota iscrizione ma quando si era deciso di giocare fuoricasa aveva messo a disposizione per le squadre di Torino il furgone della Hit ball Promotion ed ha pagato la quota d’affitto dell’impianto per tutta la stagione, cosa che ha anche fatto in quel periodo per la realtà di Pont Canavese.
Certo una buona cosa per le casse della FIHB, se si pensa che la stessa situazione si è avuta anche al TDR 2019 con le squadre di Genova e Milano che hanno non solo pagato l’iscrizione ma anche i campi mentre le squadre di Torino o non hanno pagato le strutture (coperte dalla FIHB) oppure in tre casi non hanno nemmeno pagato la quota iscrizione (perché troppo forti per farlo).
Un successo su tutta la linea per la FIHB che si, si trova costretta a fare i conti con delle trasferte più gravose per gli arbitri ma che le ammortizza col non pagamento degli impianti.
Ed a pensare che quelle realtà ormai collassate come Voghera ed Asti non si sono iscritte ai campionati fihb perché la federazione non concedeva loro i rimborsi degli impianti&trasferte, ma anzi le obbligava a giocare tutte le gare lì perché gli spazi da loro forniti non sono sicuri (come da apposito regolamento).
Le buche nella palestra palazzeschi non fanno inciampare grazie allo scotch come capita(va) col pavimento del Palanatta; la capienza controllata alla palestra enaip permette a tutti di guardare le partite al di fuori dell’impianto se uno va quando alla palestra maritano non ci piove dentro.
Per fortuna che a Genova hanno i soldi, i dinae e sono disponibili a pagare tutto: gli allenamenti, la quota campionato, gli impianti, le trasferte, eventuali multe … più o meno 400 euro di quota a stagione per cranio, contando anche gli hitter che non giocano il campionato FIHB (di 18 gare) ma il tdr (6 giornate quest’anno in tutto per la prima squadra e 3 per la seconda)
Sicuramente le grandi spese che si stanno facendo non sono la causa diretta della scomparsa per il prossimo anno di una squadra (forse indiretta ma non diretta); infatti anche Milano ha gli stessi problemi e loro il campionato FIHB non lo fanno.
Sicuramente non bisogna incominciare a pensare come ammortizzare le spese per integrare le realtà non di Torino che in sei anni sono arrivate ad essere in meno delle 3 iniziali e alle punte di 5 avute nel corso del tempo.
In fondo è più logico pensare a qualcosa diverso per loro, costruito appositamente lontano da Torino, che integrarli visti gli scarsi numeri che oggi ci sono che stanno tornando all’inizio dell’avventura del TDR.
È più facile cercare diverse realtà torinesi, che già giocano un campionato, disposte a muoversi per una stagione piuttosto che obbligarle quelle già esisgtenti a muoversi una volta sola in quanto tutto fa parte dei campionati… come succede nel calcio, basket, pallavolo, bocce… cioè in ogni sport dove esistono andata e ritorno e i campi non sono tutti lo stesso. Conviene più pagare a loro un rimborso, spaccinadolo come una non quota, piuttosto che pagarlo alle squadre extratorinesi.
Una logica che potrebbe funzionare visto le esperienze con Scat Genova, nel recente, ed Asti nel passato.
Va naturalmente la situazione gestita meglio, con trasparenza; regolarizzandola e pensando come sarebbe bene permettere alle realtà di esserci senza svenarsi…
Un po’ come avevano proposto anni orsono Asti e Voghera quando si erano proposte di giocare nel campionato FIHB dopo l’esperienza TDR. Alla luce di oggi alla FIHB vanno fatto gli applausi per i ricavi ottenuti in questi due anni dalla nostra critica, naturalmente non documentati da alcun bilancio e (chissà che fine hanno fatto?); ed al portafoglio nella “borsettà di mammà” degli Scat che sfata il mito di oculatezza sui genovesi.


Pasticci nazionali

1200px-Coppa_Asia.svgUna dei fattori cardine che il passaggio fra FIHB-UISP si sta portando dietro è la capacità di non sapere ciò che si vuole fare in maniera chiara e precisa e spiegarla in maniera chiara e precisa.
Si è deciso di fare una coppa nazionale che comprenda anche il Trofeo delle regioni.
Il bando di questa manifestazione è lo stesso del campionato ed in merito è abbastanza chiaro sul punto diritto storico: Le squadre entrano nel tabellone considerando le posizioni ottenute al termine della regular season precedente (senza dunque considerare eventuali retrocessioni o promozioni seguite ai playout). Nel caso in cui una squadra non rinnovi l’iscrizione al Campionato, il suo posto verrà occupato dalla squadra immediatamente successiva, e le altre scaleranno di conseguenza. Il tabellone è visualizzabile presso questo link. Le posizioni delle squadre verranno ufficializzate dopo la chiusura delle iscrizioni. (leggi documento con oggetto Ventottesima edizione del Campionato Eccellenza e nuova Coppa Nazionale)
Fin qui tutto abbastanza chiaro, in quanto si guarda l’anno precedente e non l’anno in corso e quindi un diritto sportivo acquisito.
Peccato che il TDR ha la seguente situazione stilata nel documento FIHB del 14 giugno col titolo Vincitori FIHB Awards 2018-2019
2019-08-19 10_43_26-6-14 Vincitori FIHB Awards 2018-2019.pdf - Google Drive
Come si può notare prima di tutto ci sono due gironi e non due serie e inoltre il girone A ha ben 2 vincitori al primo posto.
Quindi passano tutte e tre e il gioco è fatto?
Purtroppo non è così facile.
Prima di tutto perché il bando della competizione è chiaro: Da quest’anno è introdotta la nuova Coppa Nazionale, che si disputa contestualmente al Campionato. Tutte le 50 squadre iscritte al Campionato di Eccellenza sono automaticamente iscritte alla Coppa Nazionale, che prevede un tabellone ad eliminazione diretta a cui prendono parte anche 4 squadre di C2 e 2 squadre del Trofeo delle Regioni.
Forse i gironi sono delle serie e quindi si può levare una diretta concorrente al diritto sportivo?
Il documento del 25 febbraio 2019 col titolo un tabellone ad eliminazione diretta a cui prendono parte anche 4 squadre di C2 e 2 squadre del Trofeo delle Regioni dice:
Alla seconda fase del Trofeo delle Regioni 2018-2019 sono iscritte 10 squadre, divise in 2 gironi. Di seguito sono elencate le squadre partecipanti ed i dettagli della formula relative ad ognuno di essi.
Fa poi l’elenco delle squadre e non dice nulla di più.
Il documento del 12 febbraio 2019 col titolo Trofeo delle Regioni 2018-2019 – seconda fase dice in merito: Formula torneo
La prime classificate della prima fase (Sporting Team Torino, PeSCATori Genova e Dangerhit Venaria) hanno accesso al Girone A (che garantisce alle prime due classificate l’accesso al girone preliminare dei playoff); a queste squadre si aggiungono ulteriori compagini selezionate dalla Federazione. Le rimanenti squadre che hanno disputato la prima fase (Milano Ravens, Milano Skunk e Sporting Team Castiglione) hanno accesso al girone B, dove potranno partecipare anche squadre di nuova formazione. Ogni squadra giocherà partite contro le altre formazioni del medesimo girone. Tutte le gare prevedono tre tempi di 15 minuti ciascuno, con l’ultima frazione di gioco suddivisa a sua volta in 2 da 7,5 minuti. Le partite si giocheranno tutte di domenica a partire dalle 9.30, in sedi e date da definire.
Poi parla di costi, impianti, tessera menti, moduli, divise ma non dice nulla in merito se i gironi sono validi come serie.
Sicuramente il bando principe del TDR, il primo, del 26 ottobre 2018 (col titolo Formula e calendario Trofeo delle Regioni 2018) sarà il chiaro…
Le squadre si affronteranno in un girone con partite di sola andata (15 in totale, 5 per squadra) divise in 3 giornate da 5 partite, che si giocheranno rispettivamente a Milano, Genova e Torino. Ogni vittoria assegnerà 2 punti, 0 la sconfitta; in classifica, in caso di parità tra due squadre conteranno gli scontri diretti; tra più squadre conterà prima la classifica relativa (maggior numero di vittorie), poi la differenza hits relativa; in caso di ulteriore parità, la differenza hits generale e, infine, il maggior numero di hits segnati. Le squadre formeranno una classifica dalla prima alla sesta posizione che porterà ai due gironi della seconda fase: le prime tre formeranno il girone A, le seconde tre il girone B.
Forse potrebbe dire qualcosa il documento TDR del 1 ottobre 2018 col titolo Trofeo delle Regioni 2018-19 che dice :
La competizione si dividerà in due fasi: la prima avrà inizio il 28 ottobre 2018 e terminerà a gennaio con la separazione delle squadre in due gironi. La prime classificate avranno accesso al Girone A, le cui prime posizioni garantiranno l’accesso al girone preliminare dei Playoff. Le rimanenti squadre avranno accesso al Girone B, dove potranno partecipare anche squadre di nuova formazione.
Ma anche qui si parla di due gironi e non due campionati anche se si insinua che il girone A ha più importanza ma l’insinuazione non è però una regola o un chiaro atto di volontà.
Se si guardano i play off scudetto è vero che si ha la chiara volontà di far vincere lo scudetto alla squadra di A1 ma lo può vincere, dalla passata stagione, anche una squadra del TDR.
Certo c’è una gerarchia all’interno del campionato che dice che la A1 vale di più della C1 ma nei regolamenti TDR pubblicati nella stagione 2018/19 non c’è nessuna regola in merito sul passaggio di squadre fra gironi dando così una sorta di priporità.
Potrebbe aiutare l’accesso ai play off scudetto se non fosse che il passaggio non fosse stato già de regolamento del 1 ottobre prestabilito e che nell’atto pratico ha visto due squadre equamente divise fra i gironi accedervi, perché tutte le altre non potevano qualificarsi visto che avevano dei giocatori in rosa che partecipavano ad ambo i campionati (TDR e campionati FIHB).
Forse può aiutare il tabellone della coppa
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Purtroppo no, perché parla di prima e seconda tdr senza specificare.
Nemmeno la pagina facebook è di aiuto visto che la presentazione del torneo è chiara in merito:
2019-08-19 10_40_46-Facebook
e nonostante il Botta di turno chiede, in attesa di una risposta, nessuno lo sa.
È interessante comunque comparare i prezzi fra quest’anno che ha da venire e quello precedente dove questo giochettino (tranne quelle che militeranno nel campionato master e Tdr sarà gratuito) costerà 50 euro.
Per 16 squadre (o 10 squadre se tutto va come deve andare) il torneo costerà almeno 50 euro mentre per altre sedici (se tutto va come deve andare) costerà 25, salvo colpi gobbi da 50 euro.
Si poteva farlo gratis? Certo che no … oppure si?
Non essendoci bilanci non si sa ma i conti della serva dicono che il ricavo del torneo è di 2200 euro (50 euro x 44 squadre che pagano) e le gare da giocare saranno 79/80 gare (dipenderà dallo spareggio finale) e che il budget per ogni gara spazia dai 27,5 ai 27,84 euro.
Se si calcola che il campionato di c1 (il meno caro) costa a gara 62,22 euro a gara (560 euro x 10 squadre iscritte che vanno divise su 5 gare a giornata x 18 giornate); si ha un effettivo risparmio o un eccessivo guadagno?
Non si sa visto che al momento non ci sono bilanci in merito passati approvati dai soci FIHB, associazione che ha ceduto tutto alla UISP senza nemmeno approvarlo con una assemblea dei soci; né saperlo dai propri rappresentanti, oggi dirigenza UISP pallapugno-hit ball, che non hanno pubblicato verbali in merito…

 

documenti citati

8-2 Iscrizioni 27a edizione Campionato Assoluto
10-1 Trofeo delle Regioni 2018-19
Tabellone Coppa Nazionale – Foglio1
10-26 Formula e calendario Trofeo delle Regioni 2018
8-07 Ventottesima edizione del Campionato Eccellenza e nuova Coppa Nazionale(1)
2-25 Formula e calendario seconda fase TdR
6-14 Vincitori FIHB Awards 2018-2019


Club Italia Hit ball

Aduna Volley Padova-2A volte bisogna guarda altri sport per trovare delle idee interessanti di crescita.
Una volta, guardando una partita di pallavolo con un mio amico giornalista che segue questa disciplina mi ha accennato il progetto club Italia.
Wikipedia descrive così questo progetto:
Il Club Italia è stato fondato nel 1998 per volere dell’allenatore Julio Velasco: l’obiettivo della società, di proprietà della Federazione Italiana Pallavolo, e quindi con sede sociale a Roma, è quello di formare giovani atlete italiane, provenienti dai vivai delle varie squadre della penisola; il Club Italia partecipa in una divisione scelta anno per anno dalla federazione, talvolta senza obblighi di classifica, esclusa da promozioni o retrocessioni. (…)
Un progetto di crescita sportiva di nuove leve che sicuramente, così com’è, dice poco ad un movimento piccolo; di formazione dal sesso misto; con un campionato femminile che fatica ad avere 6 squadre; senza una nazionale.
Eppure un club italia potrebbe aiutare un movimento che nelle due serie A le ragazze si contano sulla punta delle dita di una mano… un po’ poco per uno sport che nasce misto.

anno A1 A2 B1 B2 C1 C2 Sq TF Tot ca tot TF
2018/19 2/2 2/2 8/5 10/6 9/5 19/10 6 50 47
2017/18 3/3 1/1 8/5 10/6 10/6 8/5 6 40 43
2016/17 2/2 7/5 9/4 14/7 4/1 5/4 5 41 39
2015/16 3/3 4/4 4/2 14/7 8/4 10/4 6 42 42
2014/15 3/3 2/2 8/4 11/6 14/7 5/2 5 43 37
2013/14 4/4 3/3 3/2 8/5 17/5 17/7 7 52 50
2012/13 3/3 6/4 0 15/5 11/5 25/11 9 60 60
2011/12 4/4 3/3 8/4 6/5 22/8 13/6 7 55 50
Nelle caselle delle serie: donne/squadre con donne

Questo piccolo schema raccoglie le statistiche degli ultimi anni.
In base a questi dati si può notare come negli ultimi anni la serie A1 sia appannaggio di poche ragazze, solita-mente 2-3 hitter con La Lupo e la Carpinelli come uniche vere costanti; inoltre, negli anni più prosperi le squa-dre con almeno una ragazza non erano mai più del 40% dei club.
Escludendo la stagione 2016/17, dove ben 7 atlete hanno militato in a2 coinvolgendo il 50% dei club, la se-conda serie non considera il gioco misto un fattore fondamentale soprattutto negli ultimi 2 anni.
Se si scende di categoria i numeri aumentano sensibilmente.
Escludendo il caso di 0 atlete in B1 nella stagione 2012/13, chiamiamola pure eccezione; la serie B1 ha risco-perto col tempo il gentil sesso anche grazie alle molte promozioni forzate che nei tempi hanno rimpolpato le varie debacle.
È un dato di fatto, in questo movimento, che in genere la hitter è più propensa a seguire i progetti di squadra e dell’associazione dov’è cresciuta piuttosto che cercare squadre più forti, che comunque per essere più forti preferiscono la fisicità di un maschio a quella di una donna che in uno sport di potenza com’è l’hit ball è sicu-ramente meglio nel breve-medio periodo.
Discorso analogo alla B1 anche per la C1, mentre la B2 è il vero habitat delle donne con il 50% delle squadre coinvolte con punte del 70%.
Uno sguardo diverso va dato alla C2.
Il fattore precarietà format, questa serie parte a metà stagione e raccoglie generalmente i neofiti, fa si che i numeri siano molto ballerini e dipendono dalle annate.
Il torneo femminile, vero spazio a loro dedicato, si è stabilizzato fra le 5-6 squadra, e normalmente coinvol-gono non tutte le ragazze presenti nel movimento.
L’utilità di questo campionato è sicuramente fuori dubbio perché permette ad ex giocatrici di non perdere il contatto con lo sport, a nuove ragazze di avvicinarsi (anche se questo caso è molto inferiore al primo), e alle ragazze di confrontarsi fra di loro.
Alla luce di questi dati e di quello finora detto è l’idea di creare una rappresentativa donne in serie A, due anni in A2 e due anni in A1 con promozioni e retrocessioni coatte, che permetta alle ragazze di confrontarsi coi più forti così da imparare, migliorarsi e mettersi in luce.
Naturalmente il progetto non può puntare su una squadra con rosa fissa ma su una rappresentativa e che quindi ci vuole un selezionatore.
Questa figura deve avere come caratteristiche: competenza, voglia di confrontarsi, imparzialità, tempo per seguire le ragazze, e la morale di non reclutare le atlete per la propria associazione e di non provarci in alcun modo con loro.
Questo aspetto amoroso è importante per dare credibilità a tutto. In un ambiente misto capitano dei flirt ma questi portano a convocazioni forzate dettate più dal cuore che dalla testa e anche se la testa fa dire si si rischia che gli altri pensino il contrario.
Altro aspetto importante è quello di una dirigenza federale che accolga questo progetto in toto, aiutando l’allenatore e difendendo la squadra dalle critiche che sicuramente arriveranno, soprattutto agli inizi.
È chiaro si da subito che questa formazione molto probabilmente non gareggerà mai per lo scudetto e lotterà quasi sempre per la salvezza, e magari perdendo tutte le gare ma il progetto non mira al successo di una squadra ma alla crescita umana e sportiva delle atlete e dell’ambiente.
Quindi bisogna aggiungere/coinvolgere anche dei club spiegandogli che questa iniziativa non deve essere un terreno di caccia in cui mettere le mani e che le giocatrici che crescono vanno promosse.
Le atlete bisogna educarle a non pensare a questa squadra come una personale proprietà ma come un eventuale trampolino di lancio per la propria crescita di hitter.
Ci vogliono perciò regole, scritte, chiare che puntino alla crescita quindi: un limite d’età alla convocazione della rosa; un appuntamento fisso mensile e bisettimanale in cui la rappresentativa si può riunire e confrontare; delle regole di comportamento…
Questo progetto naturalmente non nasce per aumentare il numero di ragazze del movimento ma per fare crescere quelle che già ci sono.
Per crescere i numeri vanno fatti altri progetti mirati come regalare dei posti ai campionati in essere alle scuole che vincono gli studenteschi.
Di sicuro questa rappresentativa può essere il biglietto da visita del movimento, la nazionale che manca.

 


Come cambierà l’hit ball entrando in UISP?

67733649_1816690681767545_744162427595128832_nCome cambierà l’hit ball entrando in UISP?
Nonostante il titolo sembra preso dalla rivista torre di Babele o Svegliatevi!, qualcuno nell’hit ball se lo sta chiedendo.
C’è chi pensa che non cambierà nulla.
C’è chi si è accorta che immancabilmente certi cambiamenti verranno.
C’è chi invece sa che ci saranno grossi cambiamenti anche se non appaiono in superfice così evidentemente.
L’attuale presidente FIHB Enrico Rolando, che sarà all’interno della UISP responsabile del settore hit ball della pallapugno, rassicura che non cambierà nulla ma non è proprio così.
Sicuramente il cambiamento non sarà la formula di campionato, che è vincente e benissimo collaudata, e chi la cambia è un verghiano minchione; e non si può definire cambiamento epocale nemmeno la ssostituzione del nome della serie C2 che da questa stagione sarà il campionato Master, titolo che si dà solitamente ai tornei affidati a quelli di una certa età e non ad una serie di gioco che porta ragazzini in seno, il più adatto poteva essere dilettanti oppure amatori. Un altro spunto per i detrattori dell’hit ball per definisci dei “sciolcchi”.
Allora in che cosa consiste???
Prima di tutto bisogna dire che la UISP è una associazione di associazioni mentre la Federazione italiana hit ball non è altro che una associazione di persone che ha scelto al suo tempo un nome pomposo, dimenticandosi di mettersi davanti l’appellativo associazione dilettantistica sportiva. Questo per creare, non so in quanto inconsciamente, un po’ di confusione in noi e per meglio apparire agli occhi dei politici di turno che si credevano di parlare col papa invece stavano parlando col papà.
Poi se ne sono accorti ed ecco che non ci hanno più considerati…. ma è meglio non divagare.
Quindi in FIHB quello che conta a livello burocratico non è l’associazione ma il singolo.
Non è un caso che le associazioni non pagano alla Fihb una iscrizione forfettaria come fanno alla UISP; e che nello statuto esistono forti limitazioni alla creazione di gruppi, come ad esempio la questione voto durante i consigli dei soci (quando questi si fanno) dove ogni persona non può portare più di una delega.
Inoltre non sono le associazioni a scegliere i rappresentanti FIHB ma i singoli soci.
Inoltre da statuto, anche se non lo fanno, i rappresenti devono mostrare tutto quello che fanno e alcune cose che approvano come il bilancio o la modifica dei regolamenti devono passare sotto l’approvazione dell’assemblea dei soci per essere validi.
Questa prassi, che sembra superflua “perché tutti ci fidiamo”, è fatta per evitare quello che già succede nella FIHB dove non si sa che fine hanno fatto i soldi delle varie iscrizioni, di eventuali entrate avute da possibili contributi statali, i palloni acquistati e rivenduti usati (la fattura è un optional difficile da ottenere), che si facciano regole a personam o passino regole non volute dal popolo (esempio assurdo, far giocare tutti in perizoma).
Tutto questo rapporto non ci sarà più col passaggio in UISP.
In pratica il socio non ha più il diritto di scegliere i propri rappresentanti, di sfiduciarli se non sono bravi o di cambiarli alla fine del loro mandato.
Non potrà più contestare regole assurde, o fatte a personam.
Non si potrà praticamente più partecipare liberamente alla vita associativa dell’hit ball targato FIHB.
In pratica diventi un individuo qualunque che usa un prodotto tramite la propria associazione.
Se si vuol guardare ancora più avanti la vita associativa è delegata alla tua associazione.
Questo naturalmente ha un senso, soprattutto in attività sportive dove l’individuo come tale non esiste perché i numeri sono talmente ampli che è difficile crearsi una identità conosciuta a tutti (vedi sport affermati come calcio, pallavolo, basket); ma in un villaggio dei puffi com’è l’hit ball, dove in tutto si è in 500, questo sistema diventa improduttivo.
Anzi, si dà la spallata dell’iniziativa associativa del singolo che se vuole fare qualcosa o forma una associazione o entra a far parte di una che già esiste.
Non è un caso che da questa stagione non esisteranno più le squadre non associate, cioè quelle fatte da amici indipendenti da associazioni possibili prima perché erano tutte sotto il cappello della FIHB.
Si dà quindi la spallata ad esprimere le proprie idee e di protestare se si decidono regolamenti che non aiutano lo sviluppo.
Ad esempio se in futuro, confesso che questa ipotesi credo succederà a breve, si obbligheranno le associazioni a munire ogni squadra di un allenatore, e perché no di un vice (figure previste); le associazioni si dovranno per forza munire se vogliono giocare i campionati UISP.
Questo porterà ad una coatta formazione di persone, oppure ad un dispendio di forze economiche per accaparrarsi un allenatore.
Giusto? Può essere. Fattibile, si se si fanno i corsi ma nel passato non si sono fatti anche se esiste un albo di allenatori FIHB (come sono stati formati?) che verrà preso pari ed inserito in quello UISP.
Sicuramente, con questa ipotesi, se non hai un allenatore né devi trovare uno e pagarlo e questo porta alla piccola associazione un costo non da poco, perché l’anima pia la trovi (a volte) in associazione ma al di fuori no.
Questo può portare, per le piccole associazioni, ad un importante esborso o alla morte. Se poi si guardano le associazioni di nuova formazione si corre il rischio di non crearle, soprattutto al di fuori delle città dove l’hit ball esiste e ci sono allenatori già patentati; a discapito quindi della diffusione.
Naturalmente questa è una ipotesi, che potrebbe capitare visto che c’è un capitolo dedicato agli allenatori, e nessuno si può ribellare contro il sistema.
Altra ipotesi che potrebbe capitare, in quanto è prevista, è la volontà di avere un proprio campo da gioco.
Esistono delle regole chiare in merito sull’omologazione che sono diventate meno rigide di quelle della FIHB, che possono permettere di poter omologare un proprio impianto per giocare in casa.
Ad oggi la quota campionato prevede il materiale, l’impianto, l’arbitro.
Se vorrò giocare in casa oltre alla quota mi posso trovare costretto a pagarmi in più anche l’impianto, se non il materiale da gioco (se non ho un armadietto per mettere dentro il materiale FIHB).
Se non sono lo Scat Genova, che fa già così, oggi potrei andare a contrattare con la FIHB per avere una scontistica sulla quota iscrizione, cosa che è già successa ad esempio col Fantasticlub; ma domani non è detto che sarà così perché il regolamento non lo prevede.
Con una assemblea dei soci oggi potrei far passare una mozione a mio favore ma il futuro non sono previste da regolamento assemblee (né per soci né per associazioni).
Questo vuol dire o che pago, o che non faccio o che do il mio spazio alla UISP.
Certo è anche questo una ipotesi, un esempio, ma non è detto che non accada visto che già con la FIHB c’è un precedente, ma che ha visto una associazione che non ha fatto nulla per far valere i propri diritti.
L’unico modo è abbattere il sistema. Come? Creando un torneo amatoriale, surrogato di quello che già c’è, come è stato il tdr oppure la coppa Piemonte; oppure creando un campionato appartenente ad un altro ente tipo CSI.
Naturalmente il passaggio porterà dei danni materiali non da poco perché il consiglio direttivo, senza aver sentito i soci in alcun modo, ha già deciso di sciogliere la FIHB.
Naturalmente questo può sembrare una scelta scontata, giusta, senza ripercussioni ma le ripercussioni ci saranno perché l’attuale associazione, nonostante sia brutta e lacunosa, è un importante paracadute per il movimento.
È un paracadute perché negli anni ha ottenuto degli spazi suoi nelle palestre dove si gioca il campionato.
La sua morte vuol dire perdere questo diritto, e cederlo alla UISP vuol dire che se il movimento si trova male non può più cambiare ente di appartenenza perché gli spazi saranno i suoi, se non saranno sub affittati alle associazioni del consiglio UISP (cattiveria forse gratuita ma nessuno conosce gli accordi fra FIHB e UISP)
Inoltre la FIHB ha un suo personale tesoretto, nessuno sa l’ammontare in quanto non si conoscono bilanci FIHB , che è dato dagli eventuali utili finora maturati.
Questo tesoretto a chiusura dell’attività, come stabilisce l’articolo 23 dello statuto deve essere passato ad una associazione e non può essere, giustamente suddiviso dai soci.
L’obiettivo del consiglio direttivo è naturalmente far passare tutto il UISP, dove avranno avuto la rassicurazione che sarà a loro completa disposizione, ma qualora te ne vuoi andare questi soldi li perdi.
In fondo ora sono della UISP e chi se ne va è la UISP e la UISP esiste ancora e non fa bilanci a settori ma ne fa uno unico. Infatti non sarà un bene portare dei passivi a bilancio.
In pratica donarli a loro è un pedaggio che si pagherà per entrare, al quale andranno aggiunti gli eventuali utili maturati dai vari campionati.
Ma saremo tutti tranquilli?
Gli utenti in pratica si. Fino a che paghi e te ne freghi va tutto bene.
I dirigenti delle associazioni si dovranno adattare ad una maggiore tirannia che comunque fa capo ai regolamenti UISP nazionali.
L’attuale consiglio FIHB, che sarà la prima classe dirigente, è al sicuro finchè non fa cazzate (vedi un bilancio in negativo) o finchè non cambiano i dirigenti al comando oggi in UISP con cui ti sei schierato.
La UISP è un ente grosso e politicizzato e finchè stati nei tuoi limiti, non pisci fuori dal vaso, tutto va bene.
Forse riceveranno anche un rimborso per il lavoro che faranno e questo li portertà a non pisciare dal vaso, e finchè saranno al comando, centrando il vaso, nessuno di loro potrà essere contestato e messo in discussione.
Vedere che chi diceva male della pallapugno oggi è un dirigente di una sua sezione mi fa sorridere, e nello stesso tempo mi rattrista un po’.
Certo è un passaggio obbligatorio, un po’ di merda andava mangiata, ma ci sono modi e modi per farlo… questo che è stato scelto è sicuramente il meno pulito e quello che più ci incula.


Coppa Hitalia a cavallo di Ronzinante

2019-08-05 16_59_45-Federhitball su Twitter_ _🏆 Presto verranno aperte le iscrizioni al prossimo caIn attesa di conoscere le novità future, che non sono un palahit (meglio mettere le mani avanti dopo i diversi annunci trasfromate in bufale), sul sito della FIHB esce fuori il calendario della coppa Hitalia.
Voglio sin da subito precisare che nel precedente bando, la formula della seconda fase era chiara, e che questo commento poteva essere fatto prima ma ci ho pensato solo ora nello scriverlo nonostante certi concetti sono anni che li penso… ma nessuno è perfetto.
La prima fascia di partite, quella che raccoglie il maggior numero delle squadre è sicuramente la più corposa e meno criticabile.
Partite ad eliminazione diretta che portano alla vittoria del titolo finale.
Chi vince va avanti e gioca (di più) e chi perde saluta il tutto e tutti (e gioca di meno), il tutto in gare da 45 minuti suddivisi in tre tempi da 15 cone mei più classico dei classici.
Naturalmente ci può stare, è nella mentalità dell’hit ball che porta avanti sempre e solo i più forti e questa formula calza a pennello dando più spazio al forte.
Resto un po’ spiazzato (confesso) per la formula della terza fascia, anche se potevo aspettarmelo, che copia la novità pre play off prevede questa formula:
Si segnala inoltre che il torneo delle quinte e della sesta classificata consiste in sei partite a tempo unico da 15 minuti nelle quali ogni squadra disputerà due partite contro altrettante avversarie. Le squadre formeranno una classifica finale da 1 a 6 in base al numero di vittorie ed alla differenza reti negli scontri disputati. In caso di parità, verrà considerato il numero di hit fatti.
La passata stagione ha visto tutti contro tutti ma fare qualcosa di più interessante era impossibile.
È un peccato perché con un occhio che guarda al domani poteva essere questa l’occasione giusta per creare il seme del primo torneo amatoriale.
Se si giocava di domenica, ad esempio, questa fase poteva chiamarsi coppa Hitalia bronzo e regale un posto al futuro TDR al club che si qualificava.
Un TDR che deve aumentare i suoi numeri se si vuole fare una serie B e che se si svolgerà a tornei ha bisogno di questi per qualificare le squadre.
Naturalmente nessuno l’ha pensato, nessuno ha intuito la potenzialità e se è stato fatto, perchè potrebbe essere anche stato fatto, si è valutato che non era il caso.
Purtroppo, a mio personalissimo avviso, l’occhio lungo nessuno in FIHB ce l’ha e finchè si pensa che solo chi arriva prima può vantare un titolo ed alzare una coppa non capisce il lato ludico di questo sport.
Di certo si è ancora in tempo per riprendere i passi e fare qualcosa in più perchè la formula non cambia e nulla toglie, anzi al massimo aggiunge.
…anzi la formula scelta poteva andare bene per qualificare delle squadre in quanto sarebbe persino un torneo diverso con formula divera.
La scelta di giocare con questa formula comunque è comprensibile se si vuole rinchiuderla tutta in una sola giornata.
Far incrociare 6 squadre in una notte (2 ore massimo) diventa impossibile in quanto servirebbero 15 spazi da 10 minuti e se ne avrebbero solo 12 .
Certo questa fase porterà le squadre a giocare 30 minuti in mini gare da 15 minuti e questo vuol dire che si aspetta di più nell’attesa delle gare che nel disputarla. Ma che vuoi che sia.
In fondo sono solo i più scarsi.
Un mini torneo si poteva pensare invece per le squadre della seconda fascia, visto che sono 4, ma due partite fra loro da 45 minuti ha sicuramente meno senso che un quadrangolare capace di far ciovare comunque 45 minuti, e di creare un potenziale altro torneo amatoriale (coppa Hitalia argento) che potrebbe portare al TDR.
È un peccato immaginare che la coppa Hitalia come si conosce oggi non avrà una fine più associativa, che guarda avanti ma che sicuramente, con l’ingresso in UISP, la nuova formula imposta, che nessuno potrà eventualmente contestare, porterà a un passaggio più professionale di questo nome.
Magari anche ad una supercoppa hitalia fra chi la vince e chi vince il campionato o, perché no,un triangolare fra chi ha vinto i play off, la A1 e la coppa Hitalia.
Meglio non spoilerare possibili future ideone della UISP perché una coppa hitalia simile a quella di calcio, con gare che giocano i campionati, che parte con gare eliminatorie fra le serie più basse e porta ad gare con un livello di gioco sempre più alto nessuno l’ha mai pensato e visto.
Il problema naturalmente è il costo che le squadre dovranno aggiungere all’iscrizione (magari per giocare una sola parita) ma perché discutere questo aspetto tutti insieme in una realtà che non ha mai approvato i bilanci e nessuno si è mai lamentato?


A&B

hqdefaultA volte chi dirige l’hit ball non riesce a rendersi conto della realtà in cui vive e si illude di essere qualcosa di diverso.
La prova è la voglia di voler trasformare il TDR in un campionato con serie A e B così da dividere le squadre per livelli di forza.
Un’idea che si è vista quest’anno all’opera ma che non ha proprio raccolto il favore di chi l’ha provata.
L’ingresso delle squadre “forti” di Torino è stato un costo per la FIHB in quanto queste non hanno pagato la quota iscrizione e da quello che è noto, ma mancano i bilanci in quanto il consiglio direttivo fihb non ha ancora indetto nessuna assemblea dei soci per approvarli, non hanno messo a disposizione nessun campo di gioco rimanendo così in toto a carico della Federazione.
Il campionato di serie B di sicuro non è stato per tutti performante in quanto sono state registrate 2 gare terminate a tavolino che hanno segnato di molto il torneo dove ogni squadra giocava in totale 6 gare in 3 giornate.
Non si sa quanto sia collegate queste esperienze non proprio positive e la situazione attuale che al momento non prevede più due squadre: la seconda di Milano e la terza di Genova.
Una ricerca, forse troppo ossessiva, di un livello di gioco omogeneo che ha forzato la mano ai club che per novembre si sono dovuti trovare a fare i primi calcoli della stagione senza tenere in giusto conto dei corsi in seno partenti e della necessità di chi si approccia alla disciplina da neofita di non pagare solo per gli allenamenti.
Da quello che emerge dalle voci di corridoio che si stanno facendo in questi giorni c’è ancora in qualcuno la voglia di fare un torneo diviso in A&B nonostante i numeri di adesione diminuiscono e questi provengono dalla periferia, lì dove il torneo realmente serve per giocare visto che i campionati torinesi non sono facili da raggiungere senza appropriate deroghe gestionali.
Un campionato maggiore e un campionato cadetto che rischiano di essere quindi o una mera fotocopia di quello che già si vede in quel di Torino, cioè tutte squadre di questa provincia che giocano tutte nello stesso palazzetto; oppure una fotocopia della situazione che si è vissuta in serie B1, una squadra non torinese immersa in tutte le altre del capoluogo piemontese.
La serie A&B è di certo una scelta condivisibile se si hanno tante squadre, in quanto renderebbe meglio gestibile in primis l’organizzazione della manifestazione e darebbe poi gare più competitive; ma se mancano i numeri per creare campionati decenti è impossibile farlo.
I club extratorinesi che voglio l’alto livello di gioco devono capire che lo possono avere subito solo se vanno a giocare con Torino.
La realtà sabauda è una realtà consolidata e rodata da più di un ventennio di gioco e lì al momento si annovera l’alto hit ball.
Questo naturalmente porta un costo elevato per chi viene da fuori città che può essere ammortizzato solo con appositi progetti di rimborso, ed è forse sotto questo aspetto che i club genovesi e milanesi dovrebbero incominciare a pensare di rivedere se vogliono l’alto livello di gioco.
Se invece si cerca l’Hitalia bisogna pensarsi dei martiri che devono creare un movimento che oggi non c’è: quello nazionale.
Devono quindi incominciare ad investire nella diffusione facendo da traino, come sarebbero con loro le squadre di Torino se vanno a giocare il loro campionato, e diffondendo il verbo di Gigante nel proprio quartiere, nella propria città, nella propria provincia, nella propria regione e nelle regioni limitrofi.
Pensare di non essere ambasciatori dell’hit ball, in uno sport che non è affermato come Basket, calcio e pallavolo vuol dire non aver campito in che realtà si vive.
A Torino, dove il movimento è radicato e in molti hanno scelto di essere semplicemente utenti e non ambasciatori, le istituzioni hanno fatto capire coi fatti che l’hit ball è una realtà non differente da quelle amatoriali di quartieri; e che i campionati che si giocono non sono differenti dai tornei amatoriali di calcetto che organizzano le associazioni tipo top five.
Ad oggi non c’è più il palahit, ma al posto suo ul bel lidl, e non c’è stato un impegno concreto da parte delle istituzioni per trovare un’altra struttura comunal-regional-provinciale per rimpiazzare il tolto.
La UISP non ha apportato alcuno sconto sulle iscrizioni degli hitter nonostante l’ingresso a piè pari di circa 500 iscritti, le associazioni che si iscrivono ai campionato e alle attività sportive riassumibili coi campionati finora organizzati da FIHB.
Facendo un parallelo con una realtà similare a noi nota, il tchoukball si è trovato costretto a fare lo stesso cammino al momento gode di scontistica di tesseramento presso il CSI, l’ente a cui hanno aderito, e di diversi vantaggi come l’affitto delle strutture dei play off.
Inoltre il tchoukball ha creato nel corso del tempo delle partnership importanti con aziende sportive, sempre nel tchoukball dagli scorsi europei l’Errea è sponsor tecnico delle nazionali mentre la Mondo è stata, nel recente passato, la fornitrice dei palloni dei campionati nazionali di questa disciplina, e sponsor tecnico dei mondiali di tchoukball 2011, creando un’apposita linea in collaborazione con l’associazione tchoukball Italia.
Due ambienti simili nella forma (non riconosciuti dal coni, gli arbitri sono gli stessi giocatori, i numeri dei tesserati sono similari, la mancanza di adeguati uffici stampa) ma diversi nell’approccio alla diffusione.
È sicuramente da questo aspetto che dovrebbero partire gli spunti per la crescita del tdr, e del movimento , invece che guardare come arrivare alla serie A&B.
Le due serie arriveranno in automatico, com’è già successo a Torino non appena aumenteranno e si consolideranno le squadre iscritte.