Aggiungi un posto a tavola…

Cattura-3-650x412Da quanto il palahit è morto e non esistono più le estati al parco, ho notato che manca nell’hit ball la socializzazione.
Chi si conosce socializza; chi si allena insieme socializza; qualcuno esce dagli schemi e socializza ma troppo spesso, soprattutto quando si scende di serie, c’è una mancanza di confidenza fra gli hitter.
Non è menefreghismo, neppure maleducazione, oppure troppo agonismo… è la fretta che l’hit ball ha che non dà questo input.
A fine partita quasi ci si dimentica di darsi la mano, e sono tra i primi che ha questa mancanza, perché non si vede l’ora di levarsi dal campo ed andare a casa.
In molti non si fanno nemmeno la doccia, nonostante sia ancora calda, optando per farla a casa.
Quindi ci si cambia, si mette tutto in borsa e poi via dalla palestra.
Un atteggiamento che c’è sempre stato anche se una volta, quando il bar del palahit era attivo, qualche chiacchiera lì scappava.
L’attesa del referto; “nano mi dai un’acqua” erano momenti che permettevano con qualcuno di scambiare due chiacchiere sulla gara, farsi i complimenti, conoscersi e stringere simpatie.
Alla luce di ciò bisognerebbe creare più occasioni di scambio relazionale fra gli hitter così che si possano interfacciare fra di loro come capitava una volta.
Un’occasione che vedrei bene potrebbe essere una bella cena di serie.
Una mangiata è da sempre un’occasione di scambio relazionale, di occasione per creare familiarità fra le parsone.
Tutte le realtà lo fanno in ogni sport.
C’è chi come nell’hit ball lo fa a fine anno con i membri dell’associazione; chi con la propria squadra nel post partita.
Nel calcio è usanza farlo in coppa campioni fra le dirigenze che giocano.
Momenti di confronto che fanno gruppo. Che fanno conoscere le persone. Che possono creare le amicizie.
In uno sport che non ha tornei di una sola giornata che creano l’occasione ladra; in una disciplina che ha perso importanti punti di riferimento; che con l’entrata in UISP sta perdendo l’aspetto associativo, quello aggregante… trovarne uno non è male.
Naturalmente non c’è bisogno di creare nulla di speciale; una pizzata è più che sufficiente.
Posti per ospitare 70-80 persone ci sono a Torino; basta cercarle.
Anche il tempo per farlo c’è;la settimana prima dell’inizio del campionato. Lunedì A1, Martedì A2, Mercoledì B1, Giovedì B2 e Venerdì C1.
Inoltre, se la dirigenza ex fihb vuole cogliere l’occasione questa può diventare lo spunto per raccogliere fondi da investire nella diffusione (aggiungendo un euro alla quota pizza-birra).
Naturalmente i giocatori e i dirigenti devono capire l’utilità di questo appuntamento e non pensare che è un’occasione persa per farsi i fatti propri.
Non devono vederla come un obbligo ma come un piacere conviviale.
Un’abitudine che serve a tutti, soprattutto al movimento, per crescere conoscendosi.
Certo, c’è chi si troverà a dover mangiare pizza tutta una settimana ma lo farà volentieri se si troverà in un clima di festa e gioia.
Chissà se si avrà la forza, lo spunto per fare questo passo o qualcosa di simile?
Chissà se si riuscirà a trovare qualcosa di sociale ora che si sta sempre di più perdendo?
Da piccolo una delle prime canzoni che mi hanno insegnato all’asilo faceva:

Aggiungi un posto a tavola
Che c’è un amico in più
Se sposti un po’ la seggiola
Stai comodo anche tu,
Gli amici a questo servono
A stare in compagnia,
Sorridi al nuovo ospite
Non farlo andare via
Dividi il companatico
Raddoppia l’allegria.

Basta a volte un gesto semplice, scontato per piantare un seme… ed una bella mangiata lascia tante briciole sulla tovaglia ed a terra.


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